Le prime  notizie su Filitosa le avevo trovate su un libro che parlava della  preistoria del Mediterraneo, vi era riportata la notevole somiglianza  tra le figure dei guerrieri del popolo del mare sconfitti da Ramsess  III, scolpiti nella stele che ne celebra la vittoria, e i menhir di  guerrieri ritrovati appunto a Filitosa.
Stessi  elmi, spade e corsetti a spina di pesce, una somiglianza notevole...  così nell'ottobre del 1990, in un periodo di vacanza dedicato ad un giro  completo della Corsica, ho fatto tappa a Propriano dedicando poi un  pomeriggio a visitare il sito preistorico di Filitosa.
In  mattinata aveva piovuto e essendo poi un mese con scarso turismo, ho  avuto la fortuna di aggirarmi tra i menhir con la sola compagnia di mia  moglie, oltre che del bestiame al pascolo e un pony, che sembrava  preistorico pure lui...
Da studi  fatti l'occupazione del sito copre un arco di 6.000 anni, sino all'età  del ferro, con i resti delle basi delle capanne di quello che doveva  essere un popolo di cacciatori e successivamente di allevatori, un  monumento centrale dedicato al culto con frammenti di menhir risistemati  poi dopo gli scavi.
Dal monumento centrale, sul colmo di una collinetta affacciata sulla valle in cui  scorre il Taravo, si scende in un pianoro dove, a semicerchio attorno  ad un olivo pluricentenario, sono disposti 5 menhir, di cui uno in cui  si possono scorgere i lineamenti del viso, lo spadone scolpito  centralmente ed un pugnale messo di traverso.
I due  menhir su cui meglio si possono notare le somiglianze con i guerrieri  scolpiti sulla stele egizia sono nel piccolo museo che si trova  all'ingresso del sito.




















